Psicoterapia di coppia
Sono molte le coppie in crisi ma poche quelle che chiedono aiuto. Generalmente quando una coppia chiede aiuto, un primo problema per il professionista interpellato è quello di stabilire se la domanda è pertinente e se la terapia di coppia è la risposta più efficace, a prescindere dalla richiesta. Inizialmente viene offerta una consultazione che spesso si sviluppa in psicoterapia di coppia, ma che può sfociare anche in terapia individuale se il terapeuta lo ritiene opportuno e ovviamente se il paziente (o i pazienti) sono d’accordo. Il modo in cui ci innamoriamo e disinnamoriamo, espresso (forse non a caso) attraverso il verbo riflessivo “innamorarsi”, ci parla infatti di noi stessi. Infatti in questa prima fase, quella dell’innamoramento, ci innamoriamo dell’immagine di noi stessi a fianco all’altro. Interrogarsi sulla scelta del partner oggetto dell’innamoramento, ci parla inevitabilmente dei nostri bisogni, sui quali si basa il “contratto” stipulato per lo più in modo implicito dai due partner e che sancisce l’inizio della relazione, in cui ognuno è scelto come colui/colei che soddisferà i miei bisogni fondamentali.
Ti sei mai chiesto come ti vedi a fianco della persona di cui ti sei innamorato/a? Prova a immaginarti mentre passeggi con il tuo partner durante una delle prime uscite insieme e di scorgere la vostra immagine riflessa in una vetrina, come ti vedi? Probabilmente quell’immagine che vedi riflessa potrebbe essere la copertina della tua storia d’amore: rappresentando ciò che l’ha fatta iniziare e ciò che ha contribuito alla crisi o che ipoteticamente potrebbe scatenarla. Attenzione, l’immagine che vedete entrambi riflessa, sebbene sia la stessa, potrebbe essere descritta in modi completamente differenti, che riflettono la parte che ognuno di voi proietta sulla coppia. L’innamoramento consiste infatti nell’idealizzazione dell’altro\a funzionale ad una rappresentazione ideale di Sè nel momento in cui lo abbiamo scelto come partner (rappresentazione soggetta al cambiamento nel tempo).
Ma quanto dura l’innamoramento? Fintanto che riusciamo a tenere fuori dalla coscienza gli aspetti dell’altro che non ci sono funzionali alla rappresentazione ideale di noi stessi. Eh sì, sembra poco romantico ma l’innamoramento finisce, e non è per forza una cosa negativa. E’ comunque una cosa normale. Infatti il dato che accomuna tutte le coppie, comprese quelle “sane” è la presenza, in misura diversa, di illusioni come elementi caratterizzanti la prima fase del rapporto interpersonale (fase dell’innamoramento).
Per passare dall’innamoramento al “ti amo” (verbo transitivo che ben rappresenta il passaggio verso un’emozione eterodiretta in cui si prova amore per l’altro in quanto tale e non per l’immagine ideale di noi stessi che ci consente di sostenere) occorre avere avuto almeno una delusione perché essa ci consente di vedere la persona, scevra dagli aspetti idealizzanti che abbiamo proiettato su di essa. Possiamo rappresentare la coppia che sopravvive alla delusione come un bellissimo vaso kintsugi che è reso prezioso e unico proprio dalle sue crepe riparate. Senza crepe riparate siamo probabilmente nella prima fase dell’innamoramento.
Possiamo sistematizzare le fasi di una storia d’amore in:
- Innamoramento (fase caratterizzata dall’illusione)
- Delusione
- Possibili corsi evolutivi: disillusione o crisi
Raramente una coppia si stabilizza senza difficoltà e senza crisi in quanto una presa di coscienza implica sempre dolore (rappresentato dalle crepe del vaso, per riprendere l’analogia). Il problema è infatti che sia gli individui che le coppie cambiano e che i momenti di questi cambiamenti possono non coincidere e pertanto creare asincronie e tensioni. La coppia in quanto sistema umano aperto, è caratterizzata dalla costante necessità di adeguarsi ai cambiamenti degli individui che la compongono.
I possibili corsi evolutivi che una delusione può avere dipendono dalla capacità della coppia di rinegoziare il contratto con cui la coppia ha avuto origine.
Di fronte alla delusione ci sono infatti vari modi che la coppia può mettere in atto per farvi fronte (Togliatti, Angrisani e Barone, 2003) tra cui:
- Evitare di riconoscere i vissuti legati alla delusione
- Tentativo di ripristinare gli elementi illusori del primo contratto.
- Riconoscimento della delusione e progressivo processo evolutivo di accettazione della realtà propria e dell’altro
L’insuccesso delle prime due modalità non farà altro che aumentare la delusione e ne stabilizza il circuito.
Una ricerca (Ghezzi, 2004) ha rintracciato i principali motivi per cui una coppia va in crisi:
- Violazione del contratto di coppia, spesso implicito: in ciascuno la scelta del partner è determinata dalla ricerca di una risposta a profondi bisogni personali. Nel corso del tempo tali contratti possono fisiologicamente svilupparsi verso modi più evoluti di fornire risposta ai propri bisogni; ma possono anche diventare obsoleti se non vengono rinegoziati, rappresentando per qualcuno gabbie ormai inadeguate mentre continuano per l’altro a costituire presidi di sicurezza.
- L’ uscita non risolta di uno o di ambedue i partner dalla propria famiglia di origine minaccia o appesantisce il rapporto a due.
- Scelte di crescita personale che producono turbamenti in un rapporto consolidato attraverso comportamenti di autonomia del tutto inattesi per il partner, da lui considerati estranei e impropri alla consolidata relazione ed esperiti come insopportabili.
- Forti stress che sconvolgono la vita individuale e rendono meno saldi e sicuri di sé i soggetti (malattie invalidanti, tracolli economici, perdita del lavoro ritenuta irrimediabile, catastrofi naturali, gravi perturbative del consolidato ordine familiare quale ad esempio la nascita di un bambino disabile).
L’amore va continuamente rinegoziato e la terapia di coppia va intesa come luogo di ricontrattazione, che avverrà su due piani: quello delle regole e quello dell’immagine di sé e dei bisogni profondi relativi alla sfera affettivo-emotiva di ognuno dei due partner.