Le fasi della psicoterapia
Fase di Assessment
Questa fase consiste in circa 4 sedute iniziali, la cui funzione principale è quella di comprendere in che cosa consiste il problema del paziente, come può essere nato e come si mantiene, per mettere a punto una strategia di trattamento che tenga conto degli aspetti specifici di quel caso.
In questa fase vengono raccolte informazioni utili a un inquadramento del funzionamento cognitivo del paziente e delle sue personali strutture di significato, cercando di comprendere meglio la logica interna che guida gli schemi di pensiero disfunzionali, ovvero capire che funzione ha il sintomo per il paziente. Infatti sebbene il sintomo per il quale ci si rivolge a uno psicologo tende ad essere identificato dal paziente come fastidioso (ovvero egodistonico) e quindi da eliminare, a un’analisi più attenta si verrà a delineare come questo sintomo si sia strutturato (e quindi rinforzato) grazie a un suo utilizzo ricorrente che il paziente ne ha fatto e da cui inizialmente può aver tratto anche dei vantaggi. In questo senso si parla di vantaggi secondari del sintomo ed è importante individuarli perché spesso costituiscono una resistenza al cambiamento. Lo scopo della loro individuazione è inoltre quella di capire qual è la loro funzione per sostituirla mano a mano con strategie che abbiano meno effetti collaterali e quindi più funzionali. Ad esempio nel disturbo d’ansia sociale un paziente potrebbe utilizzare la strategia di rimanere a casa per evitare giudizi altrui. Ovviamente questa strategia inizialmente funzionerà ma a lungo andare lo stare sempre a casa si trasformerà in sintomo, ovvero segno di fragilità di fronte alla percezione della propria vulnerabilità che è stata solo momentaneamente nascosta dalla strategia dell’evitare il confronto ma che riemerge sotto altre forme, come ad esempio quella del giudizio negativo autodiretto. Più il paziente stara a casa e si isolerà, più i pensieri negativi su di sé aumenteranno e più questi aumenteranno più il paziente sarà portato a evitare di uscire. Ed ecco che si instaura un circolo che si autoalimenta. Il paziente in questo caso potrebbe richiedere aiuto nel momento in cui la strategia dell’evitare il confronto non funziona più, ovvero sarà diventata essa stessa sintomo in quanto fonte di depressione e di eccessiva ansia al solo pensiero di non potervi ricorrere.
Questa prima fase si concluderà con la definizione del problema e degli obiettivi specifici del percorso terapeutico, che verranno concordati con il paziente nel “contratto terapeutico” successivamente a una “restituzione” finale al paziente di quanto emerso in questa fase.
Psicoterapia
Sebbene il processo di cambiamento si avvia già dalle prime sedute di assessment, è da questa seconda fase che si mette in atto il piano di trattamento vero e proprio, basato sui protocollo di intervento e le tecniche specifiche della CBT. E’ altresì vero che lo stesso processo di assessment accompagna tutto il corso della terapia, in quanto quest’ultima va considerata come un processo dinamico e circolare che agisce a livello sempre più profondo. Pertanto la distinzione di queste due fasi è utile per lo più a distinguere due momenti con funzioni differenti che tendono a ricorrere durante l’intero processo terapeutico.
Conclusione della terapia
Quest’ultima può essere proposta dal terapeuta o dal paziente stesso in seguito al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Può avvenire in modo netto o graduale, attraverso intervalli più distanziati tra una seduta e l’altra. E’ comunque consigliabile verificare il mantenimento dei risultati attraverso delle sedute più distanziate di follow up.
E’ altresì possibile, per il paziente, interrompere la terapia in qualunque momento lo desidera, secondo le modalità stabilite nel contratto con lo psicologo.