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Lo amo o non lo amo? Il DOC da relazione. 10 consigli per convivere in modo sano con i dubbi in amore

Hai presente il gioco “m’ama, non m’ama?”. E se il problema fosse invece “l’amo o non l’amo?”. Probabilmente sarebbe difficile lasciare decidere a una margherita.

Nello scorso articolo abbiamo visto come la crisi nella coppia sia un evento inevitabile e fisiologico, una volta superata la prima fase dell’idealizzazione.

Alcune ricerche hanno rintracciato i principali motivi per cui una coppia va in crisi:

  • Cambiamento fisiologico dei bisogni dei partner: in ciascuno la scelta del partner è determinata dalla ricerca di una risposta a profondi bisogni personali.  Nel corso del tempo tali bisogni possono fisiologicamente cambiare o diventare obsoleti e il partner, che ne rappresentava la fonte di soddisfazione, essere visto sotto una luce diversa e meno “essenziale” o “soddisfacente”.
  • Rapporto invischiato di uno o di ambedue i partner con la propria famiglia di origine
  • Scelte di crescita personale, non per forza negative ma inattese dal partner,che producono cambiamenti in un rapporto che aveva già raggiunto un equilibrio (ad esempio comportamenti di autonomia).
  • Forti stress e traumi che sconvolgono la vita individualee modificano la scala dei bisogni personale e rendono meno stabile il partner (ad esempio malattie invalidanti, tracolli economici, perdita del lavoro, catastrofi naturali, nascite, morti…).

Se ho dei dubbi significa che la relazione non va bene?

Durante le crisi anche le coppie più felici possono arrivare ad avere dei dubbi sulla propria relazione o riguardanti le caratteristiche del partner.

In alcune persone il dubbio sulla relazione non è però l’eccezione quanto piuttosto una presenza costante, nonostante la relazione non stia attraversando un momento di particolare crisi. Questo è quello che accade quando uno dei partner soffre di Disturbo Ossessivo Compulsivo da relazione.

Ciò che distingue il normale dubbio da quello patologico è la durata, l’intensità e la frequenza. Il DOC da relazione è caratterizzato dalla presenza di dubbi ossessivi ricorrenti, intrusivi e persistenti che non permettono a chi ne è affetto, di vivere serenamente la propria relazione, anche quando le cose vanno bene.

Il DOC da relazione è un sottotipo di Disturbo Ossessivo Compulsivo e come tale ne condivide le caratteristiche principali, come la presenza di ossessioni (rappresentate da una serie di immagini, pensieri o impulsi che compaiono nella mente della persona contro la propria volontà e generando angoscia, ansia e dubbi) e di strategie per la gestione delle stesse che si suddividono in strategie riparative e strategie preventive.

Tra le strategie riparative, ovvero quelle messe in atto in risposta all’ossessione, troviamo:

  • Compulsioni, ovvero comportamenti che la persona mette in atto in risposta alle ossessioni con lo scopo di placare l’angoscia derivante da esse.
  • Ricerca di rassicurazioni: tale ricerca può avvenire in modo autonomo attraverso la messa in atto di monitoraggi delle proprie reazioni emotive e fisiologiche in risposta a contenuti mentali considerati “pericolosi” oppure ponendo domande al partner col tentativo di verificare il proprio dubbio, o ancora, attraverso il confronto con le esperienze di terze persone.
  • Rimuginio: forma di pensiero ripetitivo che riguarda ciò che si potrebbe fare in possibili scenari futuri. Simile al problem solving ma con la grande differenza che il rimuginio non è seguito da piani da azione costruttivi e blocca chi lo mette in atto nel presente.
  • Ruminazione: simile al rimuginio ma si differenzia perché i contenuti riguardano il passato e ciò che si sarebbe potuto fare.

 

Tra le strategie preventive, ovvero quelle volte a scongiurare la comparsa di ossessioni, vi sono:

  • Evitamento di situazioni che si pensa potrebbero scatenare le ossessioni
  • Tentativo di controllare il proprio pensiero cercando di non pensare a “cose sbagliate”

Entrambi questi tipi di strategie, sebbene a breve termine possano diminuire l’ansia, a lungo termine non fanno altro che andare ad alimentare le ossessioni che, nel tentativo di essere evitate, vengono mantenute più a lungo e riproposte più spesso nella mente della persona.

Il problema principlae del DOC non è tanto la presenza del dubbio (la cui presenza è normale entro certi limiti) quanto l’intolleranza ad esso. La persona affetta da DOC infatti, nel tentativo di dissolvere i dubbi, analizzandoli, evitandoli, (attraverso strategie preventive o riparative), non fa altro che alimentarli creando un circolo vizioso che fa vivere la persona con DOC in una condizione di dubbio quasi costante.

Nel caso del DOC da relazione il dubbio riguarda principalmente la relazione e le caratteristiche del proprio partner.

Le domande che solitamente perseguitano chi è affetto da DOC da relazione sono:

  • Lo/la amo abbastanza?
  • Mi ama abbastanza?
  • È davvero la persona giusta per me?
  • Questa relazione mi soddisfa veramente?
  • Potrei aspirare a qualcosa di meglio?
  • Mi merita?
  • Mi rende abbastanza felice?
  • Lui/lei è abbastanza bello/a, intelligente, educato/a, equilibrato/a e simpatico/a?

 

Ciò che solitamente fa scattare l’ossessione sono situazioni in cui si percepisce un possibile aumento dell’investimento nella coppia (ad es. convivenza, matrimonio, figli o inizio della relazione stessa) oppure situazioni relazionali in cui la persona con doc percepisce una variazione nell’intensità o qualità del rapporto, la quale da lui /lei viene imputata automaticamente alle caratteristiche del partner o alla relazione, piuttosto che a fisiologici cambiamenti.

Perché alcune persone iniziano ad avere ossessioni sulla relazione?

 

Le ossessioni non dipendono dalla presenza di dubbi circa la relazione e nemmeno da qualcosa che non va nella coppia ma da come tali fisiologiche imperfezioni e incertezze vengono interpretate.

In un’ottica cognitivo-comportamentale, possiamo vedere la principale causa della genesi e del mantenimento del DOC in una serie di convinzioni irrazionali dalle quali derivano valutazioni erronee (ovvero interpretazioni)sugli accadimenti, in questo caso sugli accadimenti che riguardano la relazione.

Ad esempio, nel caso di un pensiero tipo: “Non mi piace come si è comportato Luca”, la persona con DOC potrebbe pensare che se ha avuto un pensiero di questo tipo significa che non è abbastanza innamorato, mentre una persona non affetta da tale disturbo, a meno che non si tratti di un comportamento grave o ricorrente, molto probabilmente non presterà attenzione a tale comportamento per più di qualche ora.

Le interpretazioni erronee sono a loro volta sostenute da convinzioni irrazionali. Ad esempio, l’interpretazione “Se ho avuto questo pensiero significa che non sono innamorato” potrebbe essere sostenuto da una convinzione irrazionale del tipo: “Se si è innamorati non si vedono i difetti nell’altro”.

Altre convinzioni irrazionali tipiche del pensiero ossessivo da relazione sono (Drabik & Melli, 2021):

  • In una relazione soddisfacente i sentimenti per il partner non dovrebbero mai variare di intensità
  • Una volta preso un impegno non si può cambiare idea
  • È intollerabile rimanere in uno stato di incertezza
  • Pensare, desiderare, immaginare una cosa è grave quanto farla

 

Tali convinzioni traggono le proprie radici in contesti precoci (scuola, famiglia, ecc…) caratterizzati da rigidità, perfezionismo ed estrema attenzione agli aspetti morali.

 

Come affrontare il DOC da relazione: 10 passi per prendervi le distanze

  1. Conosci il problema (approfondisci il funzionamento del DOC su articoli, riviste, libri o podcast)
  2. Condividi con le persone a te vicine il funzionamento del DOC di cui soffri, (non i contenuti delle tue ossessioni!) affinché possano sostenerti nel tuo progetto di guarigione. In questo, se stai facendo un percorso terapeutico, potresti valutare anche di farti aiutare dal tuo terapeuta.
  3. Smettila di fare liste dei PRO e dei CONTRO: i pregi e i difetti dipendono dai nostri bisogni attivi in un determinato momento e quindi possono cambiare.
  4. Non far scegliere al DOC le cose importanti della tua vita: se puoi, non prendere decisioni importanti guidato/a dall’urgenza di alleviare i sintomi ossessivi e rimandale a un momento in cui l’ansia si sarà ridotta almeno in parte
  5. Individua le situazioni che attivano le tue ossessioni
  6. Individua le interpretazioni che fai di queste situazioni
  7. Individua la/le convinzioni irrazionali sottostanti a tali valutazioni e mettile alla prova (chiediti se corrispondono al vero e quali ne sono le prove, fai sondaggi al riguardo, confrontati con persone che stimi)
  8. Individua tutte le strategie (preventive e riparative) che metti in atto per gestire le ossessioni
  9. Pratica l’accettazione: smettila di lottare contro la presenza dei dubbi e dirigi le tue energie verso qualcosa di più utile. Nb. L’accettazione è possibile metterla in pratica solo dopo aver ben compreso cosa dipende da noi stessi e cosa no, pertanto è necessario conoscere bene il proprio problema.
  10. Prendi le distanze dal pensiero: quando ti arriva un pensiero disturbante invece che pensarlo prova a riformularlo nei termini di “Sto avendo il pensiero che…” e successivamente, “Noto che sto avendo il pensiero che…”.

Questa strategia (Harris, 2010) può aiutarti a disidentificarti dal pensiero e a vederlo da più lontano per ciò che è: un semplice pensiero.

Articolo pubblicato su Vivere la Psicologia il 27/01/2023

 

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