La trappola dell’approvazione. 10 consigli per non cadere vittima del bisogno di approvazione e rendere la tua vita migliore
Se fino ad oggi hai pensato che l’egoismo è solo una caratteristica negativa con questo articolo ti ricrederai.
Ti capita spesso di rimanere deluso dal comportamento degli altri al punto da rimpiangere ciò che hai fatto per loro?
La realtà, in questi casi, è che non lo hai fatto per loro, ma (soprattutto) per il tuo bisogno di approvazione e riconoscimento. Avere tale bisogno è normale e utile, in quanto ci permette di adattarci all’ambiente sociale di cui facciamo parte, ma può diventare una trappola se arriva a sovrastare tutti gli altri bisogni, rendendoci dipendenti dalle aspettative degli altri.
Poiché è impossibile soddisfare sempre le aspettative di tutti, se “ci guardiamo” attraverso gli occhi altrui l’immagine che avremo di noi stessi diventa instabile e più siamo insicuri più sentiamo di avere bisogno degli altri e di non poterli deludere.
L’eccessivo bisogno di approvazione pone spesso le sue basi in un’infanzia caratterizzata da figure di accudimento poco o per nulla sintonizzate con i bisogni e le emozioni del bambino, eccessivamente autoritarie e difficili da accontentare. In queste famiglie spesso l’amore non è incondizionato e il bambino impara a sintonizzarsi sui bisogni e le aspettative altrui per ricevere amore e affetto. Chi da piccolo impara questo “copione”, sulla base di esso tenderà a costruire i rapporti da adulto.
Se ti senti frustrato e hai l’impressione di dedicare tempo ed energie ad attività che non ti soddisfano, probabilmente non sei più sintonizzato con i tuoi bisogni e tendi a confonderli con quelli degli altri: te lo dicono le tue emozioni.
La ricerca dimostra che le persone capaci di gestire bene le proprie emozioni hanno maggiori probabilità di vivere più a lungo, in salute e all’insegna di relazioni soddisfacenti. L’emozione a cui ognuno profondamente aspira è la gioia che insorge in seguito alla percezione che un proprio bisogno è stato soddisfatto; la rabbia ci comunica che stiamo subendo un’ingiustizia e che dobbiamo tutelare i nostri diritti; la paura ci informa che c’è un pericolo e dobbiamo difenderci; la tristezza che abbiamo perso qualcosa a cui tenevamo.
In quest’ottica, le emozioni diventano bussole per i nostri bisogni e valori. Infatti, se le azioni sono ben sintonizzate con questi ultimi, proveremo emozioni piacevoli; al contrario, quando proviamo emozioni spiacevoli, ci indicano che siamo lontani dai nostri bisogni e/o dai nostri valori.
La nostra società ha dato poco spazio all’apprendimento delle emozioni e alla loro gestione. Per questo motivo accade spesso che quando si ha a che fare con emozioni spiacevoli ci si ritrova a fare di tutto per cercare di evitarle, cosicché la soluzione diventa il problema. La mente, infatti, non prevede la funzione “elimina emozioni”, in quanto le emozioni stesse hanno una funzione vitale informandoci su ciò che per noi è importante; di conseguenza, allontanarsi da esse, equivale solo a perdere l’occasione di mettere in atto le strategie più efficaci per rendere soddisfacente la nostra vita.
A volte rinunciamo ai nostri bisogni semplicemente perché non ci ascoltiamo abbastanza. Altre volte, soprattutto nei casi di dipendenza affettiva, riconosciamo esclusivamente il nostro bisogno di approvazione, che ci porta a sintonizzarci con le esigenze degli altri e a mettere da parte le nostre. Stiamo così condannando la nostra autostima e soddisfazione a dipendere dagli altri, dando quindi il via a un circolo vizioso che si autoalimenta. Del resto, se investissi tutti i tuoi risparmi su qualcosa, avresti sicuramente paura di perdere quel qualcosa.
E allora cosa fare per riprendere in mano la tua vita?
Sicuramente l’assertività può aiutarti! L’assertività è la capacità di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni e i propri bisogni in modo adeguato, rispettando se stessi e gli altri. Per poter essere assertivi il primo passo, come avrai capito, consiste nel riprendere contatto con te stesso e avere ben chiaro che ci sono tanti altri bisogni su cui investire, oltre a quello di approvazione, avendo quindi altrettante possibilità di essere soddisfatto di te stesso e della tua vita, senza dipendere dal riconoscimento degli altri! L’unica persona con cui siamo sicuri di passare tutta la vita siamo infatti noi stessi; pertanto è necessario imparare a prenderci cura di noi, in primis!
I bisogni della persona possono essere suddivisi in:
• Intrapersonali: comprendono i bisogni fisiologici e di sicurezza e riguardano l’interazione con l’ambiente fisico;
• Interpersonali: comprendono i bisogni di appartenenza e di stima e riguardano l’interazione con i consimili;
• Sovrapersonali: comprendono i bisogni di autorealizzazione e riguardano l’interazione con i prodotti culturali e la società di appartenenza Alcuni di questi bisogni prevedono che l’altro si comporti in un certo modo per far sì che si possano soddisfare, altri è possibile soddisfarli in autonomia!
Un bisogno si attiva in base all’immagine di sé e ai propri valori, ovvero quando si avverte una discrepanza tra la propria condizione attuale e i propri desideri. Tenendo conto che è il pensiero a determinare il comportamento, dovrò cercare tra le mie convinzioni quelle che mi portano a sottovalutare alcuni miei bisogni. Le convinzioni di chi soffre di una dipendenza affettiva possono essere: “non riesco a farcela da solo”, “non valgo nulla”, “sono fragile”, “se non faccio ciò che desidera, l’altro mi abbandonerà o non mi accetterà”, “sono inadeguato”, “solo l’altro può rendermi felice”, “la mia vita senza di lei/lui non ha senso”, ecc. La persona assertiva conserva invece una buona opinione di sé anche quando non riesce a raggiungere il proprio obiettivo poiché ha investito la propria autostima non unicamente sul bisogno di approvazione.
Se non vuoi lasciarti sfuggire l’occasione di rendere soddisfacente la tua vita, ecco alcuni consigli:
1. Sintonizzati sulle tue emozioni e ascolta ciò che hanno da dirti sui tuoi bisogni.
2. Chiediti se è un bisogno intrapersonale, interpersonale o sovrapersonale.
3. Passa in rassegna le strategie che potrebbero esserti utili a soddisfare tale bisogno e scegli quelle più piacevoli per te, ovviamente rispettando anche l’altro (che non significa assecondarlo!).
4. Ricorda che i bisogni sono relativamente limitati, ma le strategie per soddisfarli sono potenzialmente infinite!
5. Quando stai per intraprendere un’azione che non hai voglia di fare, chiediti qual è il motivo profondo che ti spinge a farlo. Per aiutarti prova a immaginare quali sono le aspettative che vorresti si realizzassero in seguito ad essa o cosa succederebbe se non ti impegnassi in quell’azione. Valuta se per te è fondamentale.
6. Se ti capita di sentirti calpestato dalle richieste altrui, prendi un foglio e scrivi un elenco dei confini che non permetterai a nessuno di oltrepassare.
7. All’interno di questo confine coltiva il tuo benessere dimostrandoti di volerti bene: prendi almeno una volta a settimana un appuntamento con te stesso e dedicagli attività rigeneranti. Non rimandare, ricordati che sei per te la persona più importante!
8. Se il tuo bisogno è interpersonale, esprimi chiaramente il tuo bisogno facendo attenzione a non confonderlo con le aspettative nei confronti dell’altro.
9. Se l’altro non può o non vuole soddisfare i tuoi bisogni, ricordati che non siamo nati per soddisfare i bisogni degli altri e che dall’altra parte l’ “altro” sei tu.
10. Se non riesci a trovare strategie che ti soddisfano a prescindere dall’approvazione dell’altro, chiedi aiuto a un professionista per riprendere in mano la tua vita.
Se sei abituato/a a soddisfare i bisogni degli altri a scapito dei tuoi, potresti sentirti egoista nel mettere in pratica questi consigli…in tal caso ricordati che gli esseri umani sono per loro natura egoisti e solo dopo aver accettato questa caratteristica, che ci permette la sopravvivenza e di mantenere un senso di Sè coeso, potrai decidere di dirigere tale egoismo verso forme di altruismo.
Articolo pubblicato su Vivere la Psicologia il 23/06/21